martedì 15 maggio 2012

Salone 2013: la rivoluzione dei piccoli editori


Il comunicato stampa finale della XXV edizione del Salone internazionale del libro

Anche i numeri hanno decretato che il 25° Salone Internazionale del Libro non è stato il Salone della crisi. A poche ore dalla chiusura, le biglietterie parlano di un incremento del 4.1% rispetto al 2011, che – se mantenuto fino alle 22 – attesterà i visitatori fra i 317 e i 318.000.
Un vero boom è quello rappresentato dagli ingressi delle scuole, che hanno fatto registrare un incremento del 149.68% sull'anno scorso.
Il Salone è stato inaugurato giovedì 10 maggio 2012 dal ministro del Lavoro e Politiche Sociali Elsa Fornero e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Peluffo. Poker di ministri sabato 12: quelli dei Beni e le Attività Culturali Lorenzo Ornaghi, degli Interni Anna Maria Cancellieri, nuovamente Elsa Fornero e il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo.
A conclusione del Salone 2012 il testimone della Presidenza dell'Alto Comitato di Coordinamento della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura passa dal presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta al sindaco della Città di Torino Piero Fassino.
L'appuntamento è per il mese di maggio 2013 con il Salone Internazionale del Libro numero 26. Paese ospite candidato, il Cile. E sono iniziati i contatti diplomatici con Guinea e Colombia.

Salone 2013: la rivoluzione dei piccoli editori

I piccoli editori sono da sempre una delle grandi ricchezze del Salone di Torino, perché offrono una grande varietà di titoli difficilmente reperibili altrove; esprimono la vivacità e la ricchezza creativa dei territori italiani; e al Salone riescono a proporre la loro produzione accanto ai big dell'editoria.
Tuttavia patiscono più di ogni altro la congiuntura economica in termini di vendite; i costi di partecipazione al Salone; la minore capacità di proporsi con appeal ed eventi; la frammentazione e difficoltà a fare massa critica.
Il Salone raccoglie con convinzione le loro istanze e dal 2013 intende rinnovare radicalmente le modalità della loro presenza a Torino intervenendo con decisione su quattro punti, sui quali si è già registrato l'accordo fra Salone, Istituzioni e Lingotto Fiere.
1. Coltivare la qualità della proposta culturale, per far crescere l'appeal dei titoli e gli autori proposti e quindi la loro attenzione da parte del mercato e del pubblico rispetto ai grandi gruppi editoriali.
2. Sollecitare il coinvolgimento diretto delle Regioni italiane nel promuovere, organizzare e coordinare la partecipazione della propria piccola editoria al Salone.
3. Intervento finanziario diretto a sostegno dei piccoli editori, così come ha fatto in modo efficace la Regione Piemonte, che ha assegnato un bonus di 1.000,00 euro a ciascun editore che partecipa con un proprio stand.
4. Ripensare in una formula totalmente nuova lo spazio dei piccoli editori, riducendo il più possibile la loro dispersione e il ricorso a stand individuali preallestiti, per raccoglierli invece in un'ampia area omogenea e dal design architettonico curato sul modello dei maîtres chocolatiers in Tentazione e meditazione. Ogni editore avrebbe a disposizione uno spazio personalizzabile, con un'arena centrale per dibattiti e presentazioni editoriali e per la propria autopresentazione. Il precedente riuscito è quello del Bookstock Village che, concepito e progettato in modo omogeneo, è riuscito a trasformare il Padiglione 5 da «terra di nessuno» com'era anni fa – quando ospitava soltanto poco vivaci stand istituzionali – in uno dei cuori pulsanti del Salone. Lo stesso potrebbe accadere con il Padiglione 1 creando al suo interno come polo d'attrazione il «village» o distretto dei piccoli editori.

Nessun commento:

Posta un commento